Cosenza: baristi e ristoratori ormai ridotti quasi in povertà

Un disastro economico. A Cosenza ristoratori e titolari di bar appaiono stremati dalle restrizioni imposte dalla rigida normativa approvata per fronteggiare la pandemia. Le proteste, in questi mesi, si sono susseguite senza tuttavia sortire gli effetti sperati. I fondi promessi non sono arrivati e le speranze sono andate deluse. Giovanna Mirabelli, titolare d’un bar rinomato su corso Mazzini, è stata protagonista di manifestazioni di dissenso eclatanti: s’è incatenata davanti al suo esercizio e, in un’altra occasione, fintamente spogliata. Alla esercente è stato proprio ieri assegnato un riconoscimento da “FenImprese” per «aver più volte rappresentato con tenacia e caparbietà di chi vive di lavoro”. La Mirabelli spiega a Gazzetta come sono andate le cose negli ultimi mesi: «Scattato il lockdown di marzo abbiamo avuto due contributi da 600 euro ciascuno; a maggio pensavamo di poter accedere a somme a fondo perduto e non abbiamo avuto niente; a novembre è scattata la zona rosa e siamo stati costretti a lavorare per l’asporto ed a chiudere alle 18: avremmo dovuto avere 7000 euro a fondo perduto ma non è arrivato nulla; il 4 dicembre hanno annunciato i “ristori bis” ma non abbiamo avuto niente; a gennaio stessa cosa.